Nonostante
l’Italia continui a confermarsi uno stato laico sembra che da certe imposizioni
della Chiesa non riesca a liberarsi. Per quanto tempo ancora pensiamo che la
Chiesa Cattolica possa condizionare così profondamente la vita degli italiani?
Rispondere
a questa domanda sembra pressoché impossibile, dal momento che, a oggi, le sue
influenze sono ancora ben radicate nella società; basti pensare alla recente
polemica intorno al DDL ZAN. Per capire meglio: questa legge richiede “misure di prevenzione e contrasto della
discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere,
sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”,
inoltre viene anche richiesto di istituire una giornata nazionale contro tutte
le discriminazioni elencate (che dovrebbe essere il 17 maggio) e stanziare una
somma di denaro da distribuire alle associazioni che promuovono gruppi ed
eventi contro la violenza e le discriminazioni.
Potrebbe
sembrare una bella e sacrosanta legge dal momento che vuole estendere a tutti
gli stessi diritti fondamentali, tra cui, in primis, il rispetto per quello che
si decide liberamente di essere. La Chiesa, però (e con questo intendiamo per
di più tutte le figure che si celano dietro al Papa), proprio qualche giorno
fa, è intervenuta per esprimere il suo disaccordo nell’approvazione di tale
ordinamento legislativo, sostenendo che sia in contrasto con alcuni contenuti presenti
all’interno dell’accordo di revisione del Concordato.
Trovo
estremamente affascinante come questa ingerenza della Chiesa, appena descritta,
possa riconoscersi nel messaggio di un’opera di diversi anni fa: mi riferisco
alla “Nona ora” del 1999, una delle opere che hanno fatto più
discutere in assoluto, creata dal più conosciuto e internazionale artista
italiano: Maurizio Cattelan. La scultura raffigura il pontefice Giovanni Paolo
II caduto a terra a causa della collisione con un meteorite.
Per
capirne meglio il messaggio è importante analizzare il titolo della scultura
che è un forte riferimento a un evento cruciale della storia cattolica.
Anticamente il conteggio delle ore della giornata non corrispondeva a quello
corrente; noi iniziamo a contare le ore da mezzanotte, mentre una volta le ore
della giornata iniziavano a essere contate dalle 6 del mattino. La “nona ora”,
quindi, corrisponde alle nostre 15, orario in cui, secondo le scritture, si
presume che Cristo sia morto crocifisso.
Ricollegando
quanto detto a quello che sta succedendo oggi, il meteorite che abbatte al
suolo sua santità si potrebbe riferire a come la Chiesa sia sempre più vicina
al crollo, a come stia sempre di più perdendo il suo potere in ambito
decisionale sullo Stato italiano; tanto che è stato necessario effettuare un
intervento che non ha precedenti nella storia per impedire l’approvazione di
una legge.
L’azione
estrema di Sua Santità rispecchia un ulteriore elemento presente nella
scultura: cioè che, nonostante faccia sempre più fatica a mantenere vive le sue
tradizioni, non demorda mai, tanto che Cattelan ci presenta il pontefice aggrappato
con tutte le sue forze alla croce; simbolo emblematico della religione cristiana
e di tutti i comandamenti vigenti fin dall’inizio dei tempi.
C’è
chi sostenne che già dopo qualche anno dalla creazione la scultura avesse perso
la sua carica provocatoria, allontanando le attenzioni da sé. Ma se questo
fosse vero, oggi non saremmo qui a parlarne. La creazione di Cattelan non ha
una data di scadenza, ma continuerà a essere tremendamente attuale.
Questa
sua caratteristica di poter essere “eterna” ci è ancora più evidente se la
guardiamo da un punto di vista diverso: possiamo notare come non solo sia
possibile ricollegarla a un fatto odierno, ma anche a uno passato. Come abbiamo
già detto, il Papa che viene raffigurato è Giovanni Paolo II, cioè Papa
Wojtyla, che non ebbe per niente una vita semplice tra il tentato omicidio e il
Parkinson, ma nonostante questo non venne mai meno ai suoi doveri evangelici;
quindi, anche se fu colpito da tremende disgrazie pesanti come un meteorite,
non smise mai di combattere per quello in cui credeva, tenendosi fortemente
attaccato alla fede!
Tornando
per un secondo all’argomentazione principale, questo articolo non ha intenzione
di schierarsi dalla parte di chi vuole approvare la legge o da chi invece la
vuole eliminare. Il suo puro scopo è quello di evidenziare che, nonostante i
progressi realizzati nel corso degli anni, ci sia ancora molto da lavorare sul
fronte dei diritti.
Rimanendo
sempre all’interno della Chiesa, però, c’è da ammettere che bisogna riconoscere
come l’attuale Papa sia già una conquista sulla strada verso una maggiore apertura
mentale che prima non era concepita. Si ricordi, a esempio, il discorso (sempre
inerente alla tesi dell’articolo) sulle unioni civili fatto l’anno scorso, in
cui dichiarava che “le persone
omosessuali (…) sono figli di Dio e hanno diritto di essere una famiglia.
Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo
creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti
legalmente.”
Perché
i bei discorsi di Francesco rimangono tali e non si trasformano in pratiche? La
risposta a questa domanda la lascio a voi, ma è possibile trovarla tra le righe
dell’articolo.
Fonte immagine: presa dal sito
“Arte in breve” (attraverso autorizzazione)
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