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"Potevo farlo anch'io"

                 La famosa frase titolo dell'articolo, "potevo farlo anch’io", continua a perseguitare le scene dell'arte contemporanea e degli artisti che la praticano (soprattutto l'arte concettuale ne è stata, e lo è ancora, una vittima); ma quando a questa frase si risponde "allora perché non l'hai fatto tu?" tutte le critiche cessano.                Mi sono resa conto, nel tempo, che questo genere di affermazione viene fatta da chi non riesce ad andare oltre ciò che vede con gli occhi, da coloro che semplicemente decidono di ignorare il significato profondo che si cela dietro a un orinatoio rovesciato o a una tela tagliata; la cosa sconvolgente è che questo pensiero proviene anche da persone che hanno studiato storia dell’arte e che il trasparente messaggio che si cela dietro queste opere lo dovrebbero conoscere.    ...

Un posto per le donne

                 Nel corso della storia le donne, al contrario degli uomini, hanno avuto sempre un’importanza marginale nel novero di chi aveva acquisito il diritto di essere ricordato per qualche rivoluzionaria scoperta o coraggiosa azione. Solo un paio di esempi: per la scoperta della penicillina e lo sviluppo successivo degli antibiotici ricordiamo lo scienziato Alexander Fleming, per la lotta contro la mafia pensiamo al magistrato Giovanni Falcone, e potremmo continuare per centinaia di pagine. Ma le donne in tutto questo sembrano non essere mai comprese, come se non avessero mai fatto la loro parte.                Che il genere femminile non sia quasi mai stato considerato durante la storia è un triste fatto che però non sta a significare che vanno dimenticate. Nonostante il pensiero patriarcale ancora oggi non sia scomparso, le lotte sv...

Il fascismo "Dopo l'orgia"

                La seconda parte del titolo di questo articolo non lascia spazio agli equivoci. L’opera di cui vi voglio parlare raffigura proprio il momento dopo in cui è terminato l’atto sessuale tra più di due individui: “Dopo l’orgia” di Natale Scarpa o più conosciuto con il suo nome d’arte Cagnaccio Da San Pietro, realizzata nel 1928; l’unico punto interrogativo è che cosa abbia a che fare questo evento privato con il partito fascista.                Partendo dall’opera d’arte in se, a primo sguardo non si presenta essere una lettura molto complicata, anche se non sapessimo il suo titolo, probabilmente arriveremmo alle stesse conclusioni. Il fatto che sia chiaro che la scena rappresenta il momento dopo e non prima del sesso non ci è dato solo dal fatto che le tre donne presenti siano spoglie dei loro vestiti non visibili all’interno della scena, ma per di più dai dettagli che le circondano (anche perché...