Passa ai contenuti principali

Una pandemia d'arte


               Torniamo un po’ indietro!

               Torniamo a un anno e a qualche mese fa, dove eravamo costretti in casa e l’unico contatto che riuscivamo ad avere con il mondo esterno era attraverso la connessione internet.

               Incredibile come in quel tempo la nostra socialità fosse così limitata.

               Tutti i settori ne hanno risentito, chi più e chi meno. Nell’Arte i musei, le gallerie e le aste si sono ritrovate a dover abbassare le serrande e attendere, insieme al resto del mondo, di poterle rialzare.

               Sono rimasta contenta però di come, nonostante tutto fosse bloccato, la “materia prima” non si sia fermata; di come l’arte e i suoi artisti non si siano fatti sommergere dalle conseguenze drastiche del virus ma abbiano “sfruttato” questo momento per dare una speranza alle persone quando sembrava non ce ne fosse.

               Molteplici artisti si sono espressi. In Italia, ad esempio, spicca Franco Rivolli con la sua opera Angels, dove una infermiera con ali angeliche abbraccia, quasi coccolandola come un bambino, la penisola italiana, oppure, Nello Petrucci con Sweet home o Stay home, in cui ha riprodotto la famiglia Simpson seduta sul divano a guardare la televisione con le mascherine. Se guardiamo all’estero, invece, possiamo prendere come esempio Pony Wave, una tatuatrice americana che ha deciso di spostare la sua arte dalla pelle ai mattoni per rappresentare un uomo e una donna che si baciano proteggendosi dal contagio attraverso l’uso delle mascherine, anche Banksy si è espresso con Game Changer, dove un bambino ha gettato nel bidone tutti i suoi giocattoli, tenendo soltanto l’infermiera come unico super eroe.

               Potremmo rimanere qui a scrivere decine di commenti sugli artisti che hanno dato una loro interpretazione alla pandemia, ma, tra tutti coloro che hanno continuato ad ascoltare la loro musa ispiratrice anche durante i duri mesi di restrizioni, vorrei sceglierne uno che, secondo il mio parere, ha toccato il tema dell’amore da due punti di vista diversi ma fondamentali.

               Vi parlerò dell’artista di strada italiano Salvatore Benintende, o meglio conosciuto come Tvboy, ma chiamato anche il “Banksy italiano”.

               Forse lo avete già sentito nominare o lo avete presente per due opere che realizzò durante il lock down, la prima ha come tema la rivisitazione della Gioconda di Leonardo da Vinci mentre si scatta un selfie con la mascherina, la seconda rappresenta  Il bacio di Hayez in cui i due protagonisti stringono tra le mani due confezioni di amuchina mentre si scambiano affettuosità protetti dalle mascherine.

               L’opera che ho deciso di prendere in esame l’ha realizzata il 10 maggio, My mom is my superhero (Mia mamma è la mia supereroina), un lavoro che è sentimentalmente e idealmente molto potente. Qui non ci sono mascherine, baci affettuosi tra amanti o elementi di opere già esistenti, ma una bambina che lascia a terra il suo pupazzo per saltare in braccio alla madre, probabilmente appena tornata dal lavoro (la tuta verde acqua che indossa ci fa capire che è una infermiera). Un dettaglio, inserito dal nostro artista, sottolinea il maggior valore simbolico del mestiere esercitato dalla madre.

               Ispirandosi a uno dei più conosciuti protagonisti della casa editrice di fumetti Comics, disegna sulla maglia della donna una “M” all’interno di un pentagono irregolare che ricorda la forma di un diamante.

               La mamma è un po’ il super eroe per ogni figlio, e durante la pandemia ogni infermiera, dottore o personale sanitario è stato come una mamma per i pazienti.

               La cura, il coraggio e la forza che i nostri dottorati in medicina hanno avuto è stata esemplare; nonostante gli ospedali fossero diventati delle trincee, loro non hanno mai battuto in ritirata. Hanno lavorato il doppio delle loro normali ore di servizio e chi era in pensione è tornato in servizio, combattendo con delle nuove armi: guanti, mascherine, igienizzante e, anche se non si vedeva, con il sorriso.

               In questa battaglia c’è chi ha dato la sua vita per non farla perdere ad altri, senza chiedere nulla in cambio se non il rispetto delle regole imposte dal governo per la nostra tutela. Personalmente conosco almeno due persone che forse oggi non sarebbero qui se non fosse stato per la tempestività e tenacia dei medici.

               Quale mamma non farebbe questo per il proprio figlio? Quale mamma non sacrificherebbe tutto per poter dare un futuro al proprio figlio?

               La risposta a questa domanda la sappiamo già, e questa stessa risposta l’abbiamo rivista nei comportamenti dei nostri nuovi super eroi!

Fonte: immagine tratta dal profilo Instagram di @tvboy; autore dell’immagine non indicato

               L’importanza che le persone hanno per quello che sono per noi e l’importanza che le persone hanno per quello che fanno per noi. Ecco cosa potrebbe volerci dire questa opera che trasmette una forte carica di amore. Due grandi insegnamenti che dovrebbero esserci arrivati da questa pandemia e che ne dovremmo far tesoro per noi ma anche da trasmettere al prossimo. 



Commenti

  1. Non ho doti di chiaroveggenza ma sapevo all' inizio della pandemia che il progresso avrebbe prima o poi sconfitto il virus. Manca poco al traguardo. Ho continuato con il mio lavoro d' artista per tutto il periodo di lock down privo di paure, trovando spunti di riflessione anche nel marcio. Si è voluto ironizzare su un male medico e sociale attraverso il mezzo artistico, rovinando però opere significative. La bravura dell'artista è apportare novità, ma quando non ci si riesce si stravolge la storia dell'arte. Al bacio con la mascherina ci avevo pensato anche io, e ci avevo fatto una battuta sopra. Anche se il tutto può sembrare anti estetico, esso funziona come fenomeno virale. Chi è abbastanza furbo da cavalcare l' onda diventa famoso. Sono d' accordo nell' aver voluto sottolineare l' operato degli eroi invisibili, eroi molto spesso trascurati dalla stampa o dalla televisione impegnate sempre di più a preservare l' immagine del prodotto dell' Italia consumistica. Nel modo in cui scrivi vedo l' ambizione di un' artista ad apportare un cambiamento. Ti lascio quindi con uno spunto di riflessione. Sono tornati sui furgoni del latte le foto dei bambini scomparsi, le stesse foto degli anni 88-89. Sarà questo un inizio di qualcosa ?

    RispondiElimina
  2. BASSart ti ringrazia per la risposta e per il punto di riflessione lasciato alla fine, sicuramente un quesito su cui riflettere!!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

"Potevo farlo anch'io"

                 La famosa frase titolo dell'articolo, "potevo farlo anch’io", continua a perseguitare le scene dell'arte contemporanea e degli artisti che la praticano (soprattutto l'arte concettuale ne è stata, e lo è ancora, una vittima); ma quando a questa frase si risponde "allora perché non l'hai fatto tu?" tutte le critiche cessano.                Mi sono resa conto, nel tempo, che questo genere di affermazione viene fatta da chi non riesce ad andare oltre ciò che vede con gli occhi, da coloro che semplicemente decidono di ignorare il significato profondo che si cela dietro a un orinatoio rovesciato o a una tela tagliata; la cosa sconvolgente è che questo pensiero proviene anche da persone che hanno studiato storia dell’arte e che il trasparente messaggio che si cela dietro queste opere lo dovrebbero conoscere.                Non ho ancora trovato una spiegazione al fatto che nonostante sembra che oggi ci siamo abituati a conoscere il part

Le diverse Marilyn

                 “Cosa indossi per andare a dormire?” “Solo due gocce di Chanel N. 5”: ecco la frase iconica di una delle donne considerate tra le più belle e sensuali dei nostri tempi.                Fin da giovanissima Marilyn Monroe è entrata nel mondo dello spettacolo come attrice, cantante e soprattutto come modella, tanto che, prima di firmare il suo primo contratto cinematografico a vent’anni, aveva già posato davanti agli obiettivi per diverse volte. La sua celebrità la deve molto al film di Bill Wilder del 1955 “Quando la moglie va in vacanza”, nel quale ritroviamo la famosissima posa della gonna che si alza per un getto d’aria creato dal passaggio della metropolitana proveniente dalle griglie di ventilazione nel marciapiede e lei che cerca di tirare il tessuto svolazzante verso in basso con le mani per coprirsi la biancheria intima.                Un personaggio così mediatico che, a partire da quando era in vita fino ai giorni più recenti, la sua figura non è sfuggita al

L'italiana "dimenticata" di Banksy

  Banksy: conosciuto ovunque ma non ammirato da chiunque.                La sua carriera iniziò nei musei di Londra installando illegalmente le sue opere nelle sale, tra le creazioni di altri artisti, o in eventi dedicati ad altri. Chi avrebbe mai pensando che sarebbe diventato lo street artist più famoso del mondo? Oggi le sue opere sono diventate iconiche; come Balloon Girl , Kissing Coppers o Devolved Parliment: lavori di cui si è parlato, discusso e criticato fin troppo nel corso degli anni. Trovo che di un’opera, però, non si sia parlato abbastanza, un’opera di cui non si ha quasi più memoria.                Tutti conosciamo le “ banksy italiane ”: la sua Madonna con Pistola a Napoli e Il bambino di Venezia, opere cariche di significato che portano l’osservatore sempre a farsi domande critiche. Forse tutti non sanno che l’amante delle bombolette spray ha deliziato la nostra penisola con un terzo capolavoro: la Madonna con Coca Cola e patatine . Se non la conoscete non all