Banksy: conosciuto ovunque ma non ammirato da chiunque.
La
sua carriera iniziò nei musei di Londra installando illegalmente le sue opere nelle
sale, tra le creazioni di altri artisti, o in eventi dedicati ad altri. Chi
avrebbe mai pensando che sarebbe diventato lo street artist più famoso del mondo? Oggi le sue opere sono
diventate iconiche; come Balloon Girl,
Kissing Coppers o Devolved Parliment: lavori di cui si è
parlato, discusso e criticato fin troppo nel corso degli anni. Trovo che di
un’opera, però, non si sia parlato abbastanza, un’opera di cui non si ha quasi
più memoria.
Tutti
conosciamo le “banksy italiane”: la
sua Madonna con Pistola a Napoli e Il bambino di Venezia, opere cariche di significato
che portano l’osservatore sempre a farsi domande critiche. Forse tutti non
sanno che l’amante delle bombolette spray ha deliziato la nostra penisola con
un terzo capolavoro: la Madonna con Coca
Cola e patatine. Se non la conoscete non allarmatevi; questo murales
purtroppo ebbe vita breve, ora esiste solo nelle poche fotografie che hanno
fatto in tempo a catturarlo e nei ricordi di chi è passato in Via San Benedetto
Croce a Spaccanapoli. Fu coperta con un altro murales di un altro street artist
del luogo: un triste destino che ha accomunato diverse creazioni di Banksy.
Prima
di entrare criticamente nell’anima dello stensil, penso sia giusto fare una
breve descrizione per capire di cosa stiamo parlando. La Madonna con Coca Cola e patatine è ispirata all’ Estasi della Beata Ludovica Albertoni di
Gian Lorenzo Berinini, affermazione che possiamo permetterci di fare poiché,
nonostante nell’opera di Banksy sia presente solo il busto della santa, la
similitudine è palese: come nella scultura di marmo, la donna dello stensil ha
il capo chinato all’indietro, sul volto ritroviamo gli stessi occhi chiusi e la
bocca leggermente aperta, e i drappeggi dell’abito che indossa sono conformi
all’opera originale, che quasi si confondono con le mani che premono sul petto.
Al
contrario l’uso esclusivo del nero, per raffigurare la donna, rende ancora più
evidente un elemento che nel Bernini non riscontriamo. In giallo e in rosso
possiamo notare tre chiari elementi del junk
food, proprio vicino alle mani della beata, come se li avesse ancora appoggiati
su di sé: un contenitore quadrato che si apre a libro per il panino, un
involucro rigido per le patitine fritte e un bicchiere di cartone con coperchio
e cannuccia di plastica per la bibita. Se scrutiamo questi elementi con più
attenzione possiamo notare che il nostro artista non ha lasciato dubbi sulla
provenienza di questi alimenti (oltre al fatto che i due colori siano già un
indizio fondamentale): il recipiente dedicato alle patatine non è solo rosso,
ma una leggera linea gialla rivela una lettera simbolo della multinazionale che
fino al 2018 è stata al primo posto tra le catene dei fast food, la “M” di
McDonald’s.
Non
si cade in errore sostenendo che la presenza di questi tre fondamentali elementi
sia una critica alla multinazionale americana. Non è la prima volta che,
attraverso le sue opere, il nostro artista affronta senza timore il tema del consumismo
imperante: basti pensare alla sua opera in cui, in mezzo a uomini primitivi che
cacciano con della lance nella natura, compaiano tre carrelli da supermercato o
a quella in cui un bambino piangente viene tenuto per mano a destra da Topolino
(personaggio simbolo della Disney) e a sinistra da Ronald McDonald (il clown
immaginario inventato dalla catena).
Ma
perché coinvolgere un’opera così importante e conosciuta del Seicento barocco,
piena di amore e spiritualità, per accostarla a un menù da pochi euro? La
risposta sta nella domanda. È proprio
perché è carica di purezza che Banksy la sceglie. Il panino, le patatine e la
bevanda vengono considerati “cibo spazzatura”, ma nello stesso tempo non
posiamo farne a meno: lo vogliamo sempre di più e ne vogliamo sempre di più, e
ci piace così tanto che non prendiamo nemmeno in considerazione i danni che il
suo abuso può causare alla salute.
Si
prova quasi uno stato di estasi nel sentire il suo sapore sul palato. Un’estasi
così sincera e assoluta che il nostro Banksy la paragona all’estasi che la
Madonna di Bernini provava nei confronti della fede.
Il
paragone è chiaro, e allo stesso tempo forte e sconvolgente, ma non sarebbe nel
suo stile se il significato nascosto fosse semplicistico. Il suo obiettivo è
smuoverci e farci riflettere su cosa la nostra società dedica importanza,
voltando le spalle a fattori di cui dovremmo avere più rispetto, come, ad
esempio, lo spirito umano e l’amore disinteressato.
Fonte immagine: sito internet "Libero Pensiero, quotidiano indipendente online"
Commenti
Posta un commento