Di solito, quando andiamo al cinema ci aspettiamo un orario di inizio sul biglietto acquistato e che la durata media del film sia di due o di due ore e mezzo, con un intervallo di 10 minuti per rilassare un attimo gli occhi. Ma cosa ne direste di assistere a un film che non comincia a un orario preciso perché la sua durate è di 24 ore senza nessuna pausa? Troppo lungo? Eppure c’è chi ha pensato valesse la pena realizzarlo. Con un budget di 100 mila dollari e dopo aver speso 3 anni insieme a una squadra di 6 collaboratori per la ricerca e il montaggio delle scene, l’artista Christian Marclay realizza la video installazione “The Clock” (“ L’Orologio” ), facendolo debuttare alla White Cube gallery di Londra il 15 ottobre del 2010. Questo “film” riscontrò un enorme successo, tanto che un anno dopo vinse il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia e tutte le sei edizioni prodotte furono vendute ad alcuni dei maggiori musei del mondo come il National Gallery of
Una cosa che si cerca di fare spesso con l’arte contemporanea è di contestualizzarla in qualche modo per poterla giustificare; nella maggior parte dei casi questo tentativo si rivela inutile e solo confusionario dal momento che le opere di oggi non possono essere classificate solo in dipinti o sculture. L’arte contemporanea è diversa e disturbante, questo bisogna ammetterlo, non è ricerca tecnica o bello accademico, ma può essere racchiusa in qualsiasi oggetto che è portatore di un significato o in un qualsiasi elemento che vuole mettere in discussione qualcosa. Detto questo, si può dimenticare il classico modo di dire “l’arte non è cosa da tutti”, ma affermare il fatto che può essere fatta da chiunque, anche da chi non ha frequentato appositi istituti. Basandoci proprio su questi presupposti vorrei parlare della campagna “WWF Japan - Population by pixel” realizzata dagli “artisti” (direttori creativi) Nami Hoshino, Yoshiyuki Mikami e Ka