Passa ai contenuti principali

Un posto per le donne

 

               Nel corso della storia le donne, al contrario degli uomini, hanno avuto sempre un’importanza marginale nel novero di chi aveva acquisito il diritto di essere ricordato per qualche rivoluzionaria scoperta o coraggiosa azione. Solo un paio di esempi: per la scoperta della penicillina e lo sviluppo successivo degli antibiotici ricordiamo lo scienziato Alexander Fleming, per la lotta contro la mafia pensiamo al magistrato Giovanni Falcone, e potremmo continuare per centinaia di pagine. Ma le donne in tutto questo sembrano non essere mai comprese, come se non avessero mai fatto la loro parte.

               Che il genere femminile non sia quasi mai stato considerato durante la storia è un triste fatto che però non sta a significare che vanno dimenticate. Nonostante il pensiero patriarcale ancora oggi non sia scomparso, le lotte svolte negli anni hanno portato alcuni importanti cambiamenti; se rivolgiamo gli occhi al nostro campo, nella storia dell’arte ci sono state diverse artiste (soprattutto nel contemporaneo) che sono riuscite a farsi strada in un mondo composto da soli uomini, facendo valere al loro pari ciò che creavano.

               Un’opera di cui penso valga la pena parlare è l’installazione “The Dinner Party” (“La Cena”) dell’artista statunitense Judy Chicago realizzata fra il 1974 e il 1979, ora conservata al Brooklyn Museum di New York. Essa viene considerata come la prima opera d’arte epica femminile, non solo perché è stata creata da una donna, ma perché è completamente dedicata proprio alle donne. In sostanza è una tavola dalla forma triangolare di 15 metri per lato che ospita 39 posti a sedere tutti segnati con nomi di donne importanti.

               Osservando il perimetro triangolare si noterà come ogni posto sia diverso dall’altro (a parte posate e bicchieri che sono praticamente sempre identici); ogni piatto e ogni tovaglia sono unici allo scopo di rappresentare al meglio la persona a cui è dedicata.

               Prendiamo ad esempio uno di questi spazi, quello ricamato per Virginia Woolf e elaboriamo un’analisi. Nella vita ella fu una forte attivista e lottatrice per la parità dei diritti tra uomini e donne, lavorando soprattutto per la conquista del voto; con questo si capisce perché il piatto dedicato a lei abbia la forma di una vulva.

               Inoltre, il modo in cui è rappresentato l’organo femminile sembra formare delle pagine, come se fosse un libro aperto, altro dettaglio che ci riporta a uno dei motivi per cui è così importante ricordare questa donna. Uno dei suoi racconti più rinomati è “Una stanza tutta per sé” del 1929, in cui, al suo interno, inserisce una frase molto d’effetto, che unisce letteratura e lotta sociale: “Una donna deve avere i soldi e una stanza tutta sua per scrivere romanzi”.

               Un’ultima cosa da aggiungere riguarda il colore verde della tovaglietta che non è casuale: spesso questo pigmento si associa sempre a significati positivi, come la speranza, l’equilibrio e la vitalità (motivo per cui la maggior parte delle volte le stanze ospedaliere ne vengono dipinte), ma esso racchiude anche un aspetto negativo. Il verde può essere anche segno di infermità: infatti, la Woolf, nella sua vita soffrì di una grave malattia mentale che degenerò in una depressione; si pensa che si suicidò annegandosi nel mare all’età di 59 anni dopo essersi riempita le tasche di pietre per lasciarsi sprofondare negli abissi.


               In conclusione, vi lascio con una piccola curiosità non molto evidente. Un ulteriore dettaglio molto interessante dell’opera è che, in realtà, non sono presenti solo i nomi delle 39 donne che appaiono subito all’occhio nelle scritte sulle tovagliette apparecchiate, ma compaiono anche altri nomi importanti ad essi collegati; se si osserva con più attenzione si noterà come il tavolo sia appoggiato su una base ricoperta di piastrine, sulle quali sono presenti altri 999 nomi che hanno fatto anche loro la storia al femminile!

Fonte immagine: prese da un sito privo di copyright





Commenti

Post popolari in questo blog

"Potevo farlo anch'io"

                 La famosa frase titolo dell'articolo, "potevo farlo anch’io", continua a perseguitare le scene dell'arte contemporanea e degli artisti che la praticano (soprattutto l'arte concettuale ne è stata, e lo è ancora, una vittima); ma quando a questa frase si risponde "allora perché non l'hai fatto tu?" tutte le critiche cessano.                Mi sono resa conto, nel tempo, che questo genere di affermazione viene fatta da chi non riesce ad andare oltre ciò che vede con gli occhi, da coloro che semplicemente decidono di ignorare il significato profondo che si cela dietro a un orinatoio rovesciato o a una tela tagliata; la cosa sconvolgente è che questo pensiero proviene anche da persone che hanno studiato storia dell’arte e che il trasparente messaggio che si cela dietro queste opere lo dovrebbero conoscere.    ...

Le diverse Marilyn

                 “Cosa indossi per andare a dormire?” “Solo due gocce di Chanel N. 5”: ecco la frase iconica di una delle donne considerate tra le più belle e sensuali dei nostri tempi.                Fin da giovanissima Marilyn Monroe è entrata nel mondo dello spettacolo come attrice, cantante e soprattutto come modella, tanto che, prima di firmare il suo primo contratto cinematografico a vent’anni, aveva già posato davanti agli obiettivi per diverse volte. La sua celebrità la deve molto al film di Bill Wilder del 1955 “Quando la moglie va in vacanza”, nel quale ritroviamo la famosissima posa della gonna che si alza per un getto d’aria creato dal passaggio della metropolitana proveniente dalle griglie di ventilazione nel marciapiede e lei che cerca di tirare il tessuto svolazzante verso in basso con le mani per coprirsi la biancheria intima....

L'italiana "dimenticata" di Banksy

  Banksy: conosciuto ovunque ma non ammirato da chiunque.                La sua carriera iniziò nei musei di Londra installando illegalmente le sue opere nelle sale, tra le creazioni di altri artisti, o in eventi dedicati ad altri. Chi avrebbe mai pensando che sarebbe diventato lo street artist più famoso del mondo? Oggi le sue opere sono diventate iconiche; come Balloon Girl , Kissing Coppers o Devolved Parliment: lavori di cui si è parlato, discusso e criticato fin troppo nel corso degli anni. Trovo che di un’opera, però, non si sia parlato abbastanza, un’opera di cui non si ha quasi più memoria.                Tutti conosciamo le “ banksy italiane ”: la sua Madonna con Pistola a Napoli e Il bambino di Venezia, opere cariche di significato che portano l’osservatore sempre a farsi domande critiche. Forse tutti non sanno che l’amante d...